A visual protest è il titolo della mostra dedicata a Bansky al Mudec di Milano. Inaugurata il 24 novembre si può visitare fino al 14 marzo 2019. Il Mudec si trova a pochi passi dalla stazione della metropolitana di Porta Genova, una delle zone di Milano che negli ultimi anni è diventata più alla moda. Il Mudec, Museo delle Culture di Milan oltre a essere museo, è anche polo espositivo. La struttura ultracontemporanea, si trova in via Tortona in una vecchia fabbrica ristrutturata.Vicinissima alla vivace zona dei Navigli, Porta Genova è mutata velocemente negli ultimi decenni: le vecchie fabbriche e i laboratori sono stati sostituiti da negozi alla moda, ristoranti di tendenza e locali notturni. Inoltre se si entra nei cortili si possono vedere le caratteristiche case a ringhiera che sono state prese di mira dal mercato immobiliare degli ultimi anni e ristrutturate.
L’invisibilità di Bansky - È impossibile dire chi è Bansky perché, volendo sfuggire a qualsiasi controllo, ha avuto sempre molta cura nel proteggere la sua identità. Dicono di lui che
sulla sua invisibilità ha costruito la sua popolarità
Tutto ciò ha incuriosito molto il pubblico sempre più numeroso che lo segue ed è diventato uno dei personaggi più popolari e più rivoluzionari della nostra epoca. Se la sua forza è l’anonimato, numerose ipotesi sono state avanzate ma il nome rimane tuttavia ignoto.
Sicuramente si sa che è di Bristol, alcuni sostengono che sia una donna, altri addirittura che sia un gruppo di artisti riuniti sotto lo stesso nome ma l’ipotesi più ricorrente è quella che lega la sua identità al musicista e graffittista Robertdel Naja dei Massive Attack.
Bansky infine parla di migrazioni utilizzando come metafora dell’umanità il mondo dei topi, ma anche sottolineando che sono più forti di noi e che sopravviveranno a noi. “Esistono senza permesso” dichiara “Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione nella sporcizia. Eppure sono in grado di mettere in ginocchio l’intera civiltà”. E infine parla anche di consumismo inserendo in tanti suoi lavori i carrelli - trolley - con cui andiamo a fare spera al supermercato che diventano soggetti d'arte.
Bansky in Palestina - Attento a tutte le ingiustizie della nostra società Bansky non poteva non essere presente in Palestina. Negli ultimi anni ha aperto a Betlemme il Walled off Hotel, definito da tutti “l’hotel con la peggior vista al mondo”, perché si trova di fronte al muro che divide Israele dai territori palestinesi. L’Hotel è diventato immediatamente famoso in tutto il mondo e viene visitato come un museo da tanti turisti che vogliono vedere i murales dell’artista presenti sulle pareti. Nel 2017 Bansky ha chiamato al Walled off Hotel, Danny Boyle, il famoso regista inglese – Trainspotting e The Millionaire – a dirigere un particolare spettacolo natalizio sulla natività realizzato secondo le sue precise indicazioni inviate a distanza senza mai incontrarlo. Lo spettacolo è diventato un emozionante documentario dove il protagonista è Danny Boyle insieme a tutti i ragazzi e i bambini che si sono offerti come attori improvvisati. Alternativity narra la realizzazione dello spettacolo e si può vedere con facilità su You tube.
L’ultima e più scioccante provocazione - Recentemente abbiamo assistito ad una delle più scioccanti provocazione di Bansky. A Londra, durante l’asta a Sotheby’s un suo dipinto stava per essere battuto per ultimo. Il lavoro in questione era una stampa riproducente il famosissimo soggetto Girl with red baloon che rappresenta una bambina che a causa del vento perde il suo palloncino a forma di cuore. Alla fine dell’asta l’opera si è autodistrutta lasciando attoniti i presenti che hanno documentato in diretta l’accaduto che è diventato subito virale sul web. La motivazione data dall’autore a questo evento provocatorio è la volontà di combattere contro la mercificazione dell’arte, tema a lui molto caro. Ma, ironia della sorte, il risultato finale è vincente per il mercato dell’arte perché pare che la stampa triturata potrebbe addirittura aumentare il suo valore enormemente.
Concludo l’articolo con queste parole su Bansky prese dal libro do Paul Gough Bansky; The Bristol Legacy che riassumono perfettamente lo spirito della mostra al Mudec:“Imagine a city where graffiti wasn’t illegal, a city where everybody could draw whatever they liked. Where every street was awash with a million colours and little phrases. Where standing at a bus stop was never boring. A city that felt like a party where everyone was invited, not just the estate agents and barons of big businesses. Imagine a city like that and stop leaning against the wall – it’s wet.”