February 7, 2023
UN LIBRO INTERESSANTE PER LE DONNE DELLA MIA ETA': "IL RAGAZZO DI ANNIE ERNAUX

Il 7 dicembre 2022 Annie Ernaux ha ritirato il premio Nobel per la letteratura. Alla cerimonia, nel discorso di accettazione del premio, parla della sua scrittura e di come sia tutta incentrata sulla volontà di difendere la sua razza per affermare la propria identità di donna che, grazie al suo lavoro, ha trovato il suo spazio ed è riuscita a migliorare la propria condizione sociale.

“Avevo 22 anni. Studiavo lettere in un’università di provincia, tra ragazzi e ragazze provenienti nella maggior parte dei casi dalla borghesia locale. Io pensavo,orgogliosamente e ingenuamente, che scrivere dei libri, diventare scrittrice,venendo da una stirpe di contadini senza terra, operai e piccoli commercianti, di persone disprezzate per le loro maniere, il loro accento, la loro mancanza di cultura, sarebbe bastato a riparare l’ingiustizia sociale della nascita”.

Annie Ernaux è scrittrice molto amata ma allo stesso tempo oggetto di critiche durissime e violente. Le sue idee possono risultare fastidiose per una certa parte della società che vede il suo lavoro come una minaccia, non capendo che invece è solo una profonda ricerca di verità.

Ha affermato quanto segue in un’intervista su un importante magazine italiano:

Sostenere che tutti, anche chi non proviene da colte famiglie borghesi, abbiano la legittimità per scrivere, è stato dirompente come l’idea che le donne abbiano diritto alla sessualità o a gestire il proprio corpo, difendendo l’interruzione volontaria di gravidanza.

Il ragazzo pubblicato da L’orma (pagg.64, euro 8) è l’ultimo suo libro. Definito unico e irripetibile perché incentrato  sull’indagine della sua vita stessa.

Racconta in prima persona di lei, donna di mezza età, che ha una relazione con un jeune homme di trent’anni più giovane. È lui che, da studente,cerca il contatto, affascinato dalla figura di lei. Si incontrano e iniziano una relazione scandalosa agli occhi di tutti ma, sottolinea l’autrice, se le parti fossero state invertite, nessuno avrebbe avuto nulla da dire.

Cinque anni fa ho passato una notte impacciata con uno studente che mi scriveva da un anno e aveva voluto incontrarmi.

Quello che doveva essere un solo incontro isolato, diventa una storia. Lui le ricorda la precarietà della sua gioventù, ma tra loro vi sono delle differenze. Ad esempio il lavoro, che lei aveva sempre considerato come un mezzo per affermarsi e arrivare alla libertà, per lui non ha nessuna importanza e con indolenza lo considera un obbligo al quale non si vuole sottomettere.  

Come donna non prova nessuna vergogna, anzi si concentra sull’importanza di vivere il momento, senza mai prendere in considerazione la possibilità di un progetto futuro.

Mi strappava alla mia generazione ma io non appartenevo alla sua.

La svolta è l’ascolto di una canzone di tanti anni prima che le ricorda un evento drammatico. Tutto cambia. Quello che c’era prima non esiste più. Conclude la breve avventura con questa frase che sa tanto di indipendenza e di libertà.

Mi scoprivo felice di entrare sola nel terzo millennio.

Era il 2008 quando ho letto per la prima volta un libro di Annie Ernaux. Un amico per il mio compleanno mi aveva regalato Gli anni, un libro accolto molto bene dal pubblico che narra i momenti piccoli e grandi della vita dell’autrice. Un racconto di facile identificazione per ogni persona che ha condiviso quel periodo.

A chi le chiede se la sua vita sia cambiata dopo il Nobel, lei risponde di sì perché ora è molto più famosa e più richiesta. Comunque continua a scrivere: ora sta tenendo un diario di memorie dove racconta la sua vita e i suoi pensieri di ogni giorno e che sarà pubblicato dopo la sua morte. Scrive per non dimenticare nulla e fissare i fatti che altrimenti andrebbero perduti.

Ma non è tutto. È uscito da pochi mesi il documentario “I miei anni super8” diretto da lei e dal figlio David Ernaux Briot, presentato a Cannes a maggio e poi a Roma e Bologna. Il documentario raccoglie scene familiari che il marito Philippe ha filmato a partire dal 1972 con una cinepresa super8 acquistata per documentare i loro viaggi. È stato proprio il figlio David che li ha montati trasformandoli in un film lungo un’ora con la voce di Annie Ernaux che racconta.

Il film è un lavoro introspettivo sulla la vita privata di una famiglia normale e come sfondo scorre un periodo storico e i suoi importanti cambiamenti sociali.  

Volevo incorporare queste immagini mute in una storia che – ha precisato l’autrice – combinasse l’intimo con il sociale e con la storia, per trasmettere il gusto e il colore di quegli anni.

I momenti più dolci sono quelli in cui si nota l’imbarazzo delle persone, soprattutto  di Annie Ernaux, davanti alla telecamera, imbarazzo che i giovani d’oggi non hanno abituati come sono alla tecnologia e ai social.

Non è la prima volta che Annie Ernaux ha a che fare con il cinema. Il suo romanzo, L’evento, è stato trasformato nel film La scelta di Anna, diretto da Audrey Diwan e vincitore del Leone d’oro a Venezia nel 2021.

Grande scrittrice, con un progetto di scrittura innovativo che scava nel profondo l’anima femminile, Annie Ernaux è tradotta e letta in 37 lingue. Da sempre dalla parte delle donne, porta avanti un’idea di letteratura che fa pensare e che, col tempo, potrebbe anche migliorare la società.

 

Alla prossima lettura

Paola