Come reagiscI se il ragazzo con cui pensi di essere fidanzata ti dice improvvisamente “mi sposo?" Prima sicuramente pensi che ti stia chiedendo in moglie ma poi ti accorgi che, se queste fossero le sue intenzioni, avrebbe formulato la domanda in un altro modo. Alla fine finalmente comprendi che si sta sposando con un’altra donna, donna di cui tu fino a quel momento non sapevi l’esistenza. E allora cadi in una grande depressione abbassando notevolmente il tuo livello di autostima.
Così inizia il primo librodi Satoshi Yagisawa, un giovane autore giapponese, pubblicato da Fetrinelli (149 pagg.,16 euro) e diventato nel giro di poco tempo un vero e proprio caso editoriale.
Il romanzo I miei giorni alla libreria Morisaki ha come protagonista Takako una giovane donna che improvvisamente si sente cadere il mondo addosso e deve reinventarsi completamente. È per questo motivo che arriva alla libreria Morisaki, libreria della sua famiglia da tre generazioni. Qui trova Satoru, uno zio a lei quasi sconosciuto che si occupa di libri da quando la moglie lo ha lasciato. Satoru è un uomo con un corpo da adolescente, i capelli spettinati e la montatura spessa e nera degli occhiali. In più veste in modo trasandato: con camicia a quadri, pantaloni spiegazzati e sandali ai piedi. È un uomo con un’aria stralunata che ostenta un certo disinteresse per il suo aspetto estetico.
Era Satoru, mio zio Satoru! In effetti parecchio tempo prima mia madre mi aveva raccontato di una libreria a Jinbōchō che lo zio aveva ereditato dal nonno.L’ultimo nostro incontro risaliva al mio primo anno di liceo, poi tra una cosa e l’altra non ci eravamo più visti da quasi dieci anni, ma la voce era propriola sua.
La libreria Morisaki si trova nell’immensa città di Tokio e più precisamente nel quartiere con più librerie al mondo. A Jinbōchō, infatti, si trovano ben 180 librerie di ogni tipo che a loro volta contengono ben più di 10 milioni di libri usati, antichi e nuovi. Secondo i grandi viaggiatori è uno dei quartieri più affascinanti della città. Ed è un posto dove, da molti anni, si respira cultura e tradizione, un posto che sembra fuori dal mondo ma allo stesso tempo è a pochi passi dal centro modernissimo.
Su entrambi i lati della strada (lo zio mi aveva detto che si chiamava Yasukuni-dōri) si vedevano solo librerie, sia a destra che a sinistra. Di solito è già tanto se lungo una strada ce n’è una, invece lì erano oltre la metà dei negozi. Alcune librerie erano più grandi, come la Sanseidō o la Shosen, saltavano immediatamente all’occhio, ma quelle veramente particolari erano le più piccole, che sembravano sfidare spavalde gli edifici più imponenti.
La libreria Morisaki è una libreria specializzata in letteratura moderna. È un negozio di appena otto tatami in un vecchio palazzo di legno, con una stanza al primo piano che è il magazzino. La libreria Morisaki è pienissima di libri. È qui che Takako, invitata dallo zio Satoru, decide di trascorrere un po’ di tempo. Non si sente a suo agio ma si sente completamente estranea all’ambiente, alle persone e alle atmosfere. La sua vita fino ad allora era stata altrove e sicuramente lontano dai libri.
Il magazzino era costituito da mucchi di libri come torri e posizionati dappertutto, tanto che non si sapeva bene dove mettere i piedi. Sembrava di essere in un film di fantascienza.
Inizialmente Takako, si abbandona ai suoi problemi. Ma il fascino del luogo la contagia, il silenzio la stordisce. Sembrava che tutti quei libri assorbissero ogni rumore. Il posto inizia a incuriosirla, la stimola e inizia ad aprirsi alla vita.
Se non vuoi diventare una persona superficiale, cerca di leggere almeno qualcuno dei libri meravigliosi che ci sono qua dentro – la consiglia un signore in libreria.
Ed ecco che Takako scopre il mondo dei libri e tutto quello che ruota attorno, scopre la storia della sua famiglia e si rende conto dell’importanza di poter contare su qualcuno che ti vuole bene. Dopo alcune discussioni letterarie si avvicina alla lettura, prima senza troppe aspettative e poi si ritrova completamente rapita dalle storie, anche se contenevano molte parole difficili e complicate.
Fece giorno e neanche me ne accorsi: continuavo a girare le pagine, l’una dopo l’altra…l’espressione “mi ha preso” non rendeva neanche lontanamente l’idea del subbuglio interiore che quel libro aveva provocato in me.
E comincia così a leggere un libro dopo l’altro.
Era come se la sete di lettura, da tempo sopita dentro di me, fosse esplosa all’improvviso.
Si rende conto che le storie la incuriosiscono, l’emozionano, e spesso la commuovono perché spesso ci trova sé stessa.
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Mi capitò anche di trovare fiori secchi usati per tenere il segno. Quando succedeva li odoravo e fantasticavo su chi, quando e con quale stato d’animo li aveva infilati tra quelle pagine ingiallite.
Gli autori letti, le discussioni letterarie, gli incontri con alcune persone, la fanno crescere conducendola verso un modo di vivere più autentico, più adulto e più sereno. È questo secondo me è il centro del libro. Un centro fatto atmosfere così lontane dal mondo contemporaneo dove regna la letteratura, un percorso che porta la protagonista verso un certo benessere che potrebbe anche diventare felicità.
I miei giorni alla libreria Morisaki è un romanzo breve che racconta una storia delicata ed emotiva con una prosa fluida e scorrevole. È una storia senza colpi di scena, che non ti tiene mai con il fiato sospeso, ma ti fa capire cosa ti può accadere semplicemente vivendo.
Che cosa mi ha lasciato questo libro? Sicuramente la voglia di andare in Giappone e perdermi nel quartiere delle librerie. Mi ha anche lasciato la voglia di conoscere gli autori giapponesi, a me completamente sconosciuti, che ha letto Takako e che hanno stimolato la sua formazione.
Alla prossima lettura
Paola