July 7, 2024
PER COMPRENDERE L'AMICIZIA. "CONFESSIONI DI UN'AMICA DI ELISABETH DAY"

Il titolo originale di questo libro è Friendaholic: confessions of a friendship addict. Un po’ diverso il titolo in Italiano che grazie alla traduzione della Casa Editrice Neri Pozza è diventato Confessioni di un’amica, cambiando il significato inglese che sottolinea maggiormente il sentimento di dipendenza.

Il libro raccoglie le riflessioni e indaga su una parola molto usata, una parola molto popolare ma su cui forse fino ad ora si è indagato poco, soprattutto in letteratura. La parola è amicizia.

L’autrice è Elisabeth Day, giornalista e scrittrice inglese di successo. Su questo sito ho già parlato di un suo libro che ho letto qualche anno fa, The party, un libro che mi ha colpito per la trama profondamente britannica e per niente banale.

Leggere Confessioni di un’amica è come fare un viaggio. Un viaggio nelle vite di tante persone per comprendere quel legame affettuoso che spesso unisce uomini e donne nei vari momenti delle loro vite. Amicizia è parola poco analizzata e utilizzata a volte in modo non chiaro nelle nostre vite sempre in cambiamento, tanto da farci perdere il significato vero. Ed ecco la necessità di questo lavoro.

Elisabeth Day inizialmente analizza la sua fragilità che spesso sfocia in una vera e propria dipendenza dall'amicizia. Si autodefinisce friendaholic, ovvero ammette di provare quell'ansia di prestazione che ci fa fare di tutto per compiacere gli altri, arrivando a volte anche all'annullamento per non rimanere mai soli e senza amici.

Forse ho scoperto che l’amicizia non era la mia passione ma la mia droga. Soffrivo di una dipendenza fisica ed emotiva, avevo l’impulso di soddisfarla a tutti i costi, anche quando significava intaccare la mia serenità.

Per farla breve, ero una friendaholic.

Tanti sono i temi che vengono toccati nel libro, tutti temi che permettono di approfondire l’argomento al centro.

Si parte analizzando il rapporto dell’autrice con Emma, che incarna la figura della migliore amica. La migliore amica è  colei che guida e assiste nei periodi più drammatici della vita e che, forse anche perché in questo caso ne ha le competenze essendo una psicoterapeuta, riesce a farle capire che la felicità non viene dall’assecondare gli altri ma dall’essere sempre se stessi.

Interessante è anche il racconto che vede protagonista Joan, un’amica più vecchia dell’autrice, che le offre un sentimento maturo, sano, mostrando una prospettiva di una vita diversa  insegnandole a porre quei limiti che lei non è in grado di riconoscere e porre.

Bello, anzi bellissimo, è il capitolo sul ghosting. Elisabeth Day racconta qui di quando un’amica sparisce, dopo aver condiviso tanto, senza dare alcuna spiegazione. E nel racconto non risparmia il racconto dell’umiliazione provata in seguito.

La cosa peggiore, però, era dover condividere con il fatto che non avrei mai scoperto perché. A volte il silenzio è l’unica spiegazione che otteniamo alla fine di un’amicizia.

Confessioni di un’amica tratta anche delle amicizie ambivalenti, quelle che possiamo definire malsane perché spesso governate solo da un forte narcisismo.

Un’ amicizia ambivalente può quindi racchiudere impulsi molto diversi, e la persona che abbiamo di fronte può mostrarsi affettuosa un giorno e conflittuale quello dopo. Nella cultura popolare la definizione è più diretta e si parla di nemici-amici.

E l’autrice ci mette in guardia da questo tipo di amicizie perché è fuori di dubbio che non fanno bene e ci fanno soffrire.

E poi iniziano le domande, quelle giuste, quelle che fanno parte di una metodologia meravigliosa e intelligente che ti permette di entrare dentro le questioni e conoscerle in profondità.

Chi è un vero amico? Su quali basi si fonda una vera amicizia? Si cercano gli amici solo perché non vogliamo mai sentirci soli? E’ fondamentale avere un interesse condiviso per essere amici? Perché di alcune persone diventiamo amici e di altri no? Che cosa ci attrae nell’altro? Nelle varie parti del mondo dove le culture sono differenti, si può essere amici in modi diversi? L’amicizia è importante in sé o serve solo a colmare i vuoti che lascia l’amore di qualsiasi natura esso sia? Può esistere l’amicizia tra un uomo e una donna? Quale valore aggiunto porta l’amicizia alla vita? Qual è il modo migliore per gestire un’amicizia? L’amico o l’amica deve essere uno spirito affine  oppure è meglio essere completamente diversi? Con gli amici bisogna essere sempre trasparenti oppure è meglio tacere qualcosa per proteggerli o proteggersi? È giusto essere amici di coloro che non gioiscono dei nostri successi?

Il libro è anche arricchito da interviste sul tema a personaggi molto interessanti che raccontano il loro punto di vista sull’argomento anche vivendo in situazioni di difficoltà e molto estreme. Libby ad esempio è una fotoreporter in pensione ma è costretta ad una vita limitata perché è malata terminale.

In questo momento della mia vita, dato che sono costretta in casa da una malattia terminale, comunicare regolarmente con gli amici è fondamentale per me. Si tratta senza dubbio di una questione di vita o di morte.

Oppure Paula, direttrice del sito Black Queer Travel Guide, che sostiene:

Non credo che l’amicizia abbia uno scopo e forse è proprio questo a renderla bellissima … in questi rapporti non dovrebbero esserci piani né obiettivi da raggiungere, credo che sia proprio questo a consentire all’amicizia di assumere tante forme diverse.

Tutte queste righe, tutte queste pagine - ben 335 - per definire l’amicizia. La più bella, quella in cui mi sono più riconosciuta, è quella data dall’amico Satham.

Ridurre la sensazione di solitudine, direi. Divertirsi. Spettegolare. Scambiarsi aneddoti. Ma soprattutto dare un senso alla propria esistenza. Fare le nostre esperienze di vita in un ambiente isolato è come non farle, capisci?

Confessioni di un’amica è un lavoro serio, sistematico quasi scientifico dove in ogni pagina si legge la forte urgenza di chi scrive verso questo tema. È un libro che fa riflettere e in cui facilmente in alcune parti possiamo riconoscerci. È un libro che ci fa bene perché aiuta ad accettarsi e a riconoscere  i propri limiti. Ma soprattutto è un libro che arriva ad una conclusione, una conclusione che anticipo sotto, sicurissima di non rovinare il piacere della lettura.

Ecco cosa fanno le vere amicizie, in ultima analisi: offrono una promessa di comprensione, di trasformazione, di riallineamento planetario. Ci danno la cosa più importante di tutte: la speranza.

 

Alla prossima lettura

Paola.