Party è parola usata in tutto il mondo. Tradotto in Italiano, come giustamente scrive Elisabeth Day all’inizio del suo ultimo romanzo, è un sostantivo che ha come primo significato quello di festa, serata, ricevimento: una riunione sociale con invitati, nel corso della quale si mangia, si beve e ci si diverte. Poi ci sono anche altri significati nella traduzione dall’Inglese come partito politico o parte, ma non sono importanti in questo caso al fine della storia del libro.
Il party è il titolo dell’ultimo romanzo di Elisabeth Day, pubblicato recentemente da Neri Pozza. L'autrice, giovane donna inglese, nata nel 1978, è oggi famosa giornalista, scrittrice e romanziera con ben 4 romanzi al suo attivo. È anche una delle prestigiose firme di The Observer, il famoso periodico britannico della domenica.
La trama. La storia si scopre a poco a poco in capitoli dove diversi personaggi si alternano raccontando la stessa storia con punti di vista differenti. Parla Martin che è al centro della storia, ma parla anche Lucy, la moglie, che narra con sincerità come la vicenda sia stata vissuta da lei.
Il tutto inizia nella stanza degli interrogatori in un commissariato nella campagna inglese alle porte di Londra, è il 2 maggio 1975. Una partenza in medias res, se vogliamo un po’ cinematografica, per un racconto che pagina dopo pagina, svela i segreti più inconfessabili e più tragici delle vite di quattro persone. L’ambiente è quello dell’alta borghesia e della nobiltà britannica.
Il party è la storia di un’amicizia che, nella vita delle due principali parti in causa, assume un’importanza grandissima, indispensabile per uno, esagerata e forse anche un po’ tossica per il secondo.
Martin Gilmour. Narratore primario e uno dei protagonisti è Martin Gilmour, un riconosciuto critico d’arte londinese. Martin è un outsider, uno che guarda dall’esterno le vite degli altri. Per creare questa figura Elisabeth Day ha affermato di essersi ispirata al libro della scrittrice statunitense PatriciaHighsmith, poi divenuto film, Il talento di Mr Ripley e forse anche da Match Point di Woody Allen. Nato in una famiglia modesta, Martin, viene allevato da una madre single, rimasta vedova precocemente, che vive in uno stato di delusione continua e non riesce a mostrare mai quell’affetto che naturalmente una madre dovrebbe trasmettere proprio al figlio.
Si impara piuttosto rapidamente che nulla di quello che farai sarà mai sufficiente a colmare l’enorme bisogno di devozione filiale della sua genitrice. L’amore diventa odio, sentimento più forte che ha più bisogno di attenzione. Ti risucchia tutto dall’interno.
Martin fin da piccolo pianifica il suo ingresso in mondi migliori, dove la gente è ricca e, ben consapevole di vivere in una nazione nettamente divisa in classi, ambisce con forza al riscatto sociale. Guarda gli altri da lontano, ascolta, esamina e capisce che il solo modo per avere potere, è comprendere come funziona il gruppo dei grandi, per controllarlo più facilmente senza creare sospetti.
Lucy. Martin è sposato con Lucy, una donna semplice e anticonformista che l’autrice definisce sempre un po’ fuori luogo. Inizialmente è attratto dalla sua noncuranza estetica; il fatto che vesta abitualmente gonne ampie invece del sexy tubino nero, scarpe da uomo invece del tacco dodici e mantenga sopracciglia folte e incolte, lo attrae. Ma col tempo i sentimenti cambiano. E Martin si rende conto che ciò che prima lo aveva attratto di lei, ora lo mette a disagio. È comunque una donna consapevole di essere, nel cuore del marito, sempre seconda al suo grande amico Ben.