Dedicato a Viola, la migliore delle compagne per una vacanza.
Il blu è un colore molto potente. E’ un colore freddo e, quando è molto scuro, può competere col nero per serietà ed eleganza. Possiede però tantissime altre gradazioni che lo avvicinano alcune volte al verde e altre volte al viola. Tutte queste sfumature sono presenti nel mare che circonda l’isola di Koufonissi.
Andare a Kuofonissi non è un viaggio avventuroso, ma comunque è un viaggio, quindi un’esperienza. Non ci sono andata perché, spinta da uno spirito inquieto come Ulisse, ero alla ricerca di nuove terre da scoprire e di nuove conoscenze, ma semplicemente perché volevo il sole e il mare dopo aver trascorso tanti mesi a lavorare nel clima poco accogliente della Pianura Padana. In altre parole il mio obiettivo era una vacanza: bagni al mare e buon cibo.
Koufonissi è nel Mediterraneo, un mare importante perchè luogo d’incontro di tante culture e popolazioni. Un mare che ha ispirato tanti poeti, primo fra tutti Omero, un mare che oggi è diventato l’unica via di fuga per gente che dalle coste sud alle coste nord cerca l’opportunità di una vita migliore. Koufonissi è un’isola delle Piccole Cicladi insieme a Donoussa, Schinoussa e Iraklia. Ho detto un’isola ma in realtà le isole sono due: Pàno Koufonissi, abitata da 366 persone, e Kàto Koufonissi, abitata da un pastore e dai suoi animali, asini, capre e pecore. In questa parte della Grecia non è ancora arrivato quel turismo popolare che ha già invaso altre isole come la vicina Mykonos. A Koufonissi si arriva solo via mare e, una volta approdati, ci si sposta solo con un taxi, unico in tutta l’isola, con biciclette, che si affittano in paese, e naturalmente a piedi.
Appena cesi dal traghetto mi ha colpito subito il silenzio e ho sentito la mancanza del rumore a cui purtroppo sono abituata. E poi vieni subito assalita dal vento, che mi disorienta, che è forte e non smette mai di soffiare. Attorno è tutto molto mediterraneo: oliveti, qualche vigna, barche, casette basse e bianche con porte e infissi colorati vivacemente con rosso, verde e soprattutto blu acceso. Non mancano i mulini bianchi, segno caratteristico del paesaggio greco.
Su tutta l’isola c’è un unico paese, piccolo ma tenuto molto bene. È concentrato attorno a una piccola strada ricca di tanti negozietti, in più c’è il comune, la chiesa di Aghios Georgios, davanti alla quale, su un alto palo, sventola la bandiera greca. Proseguendo una piccola libreria, la farmacia e l’agenzia di viaggi. Il bianco accecante domina fino alla fine della via dove si trova la taverna di Capitan Nikolas. Si sa poco di lui ma ciò che è certo è che da pescatore è diventato imprenditore capendo, forse prima di altri, la ricchezza che avrebbe potuto arrivare se l’isola si fosse aperta un po’ al turismo. Oggi, a Koufonissi, la taverna di Capitan Nicolas è forse il posto più conosciuto dell’isola.
Il fascino e la bellezza del mare di Koufonissi è insuperabile. Un mare che, sempre illuminato da una luce accecante, ti fa capire che il blu è sì un colore ma può essere anche altri cento colori. È azzurro cristallino vicino alla spiaggia ma blu scuro tra le rocce, o al largo, o nelle piccole piscine naturali che si incontrano sulla passeggiata che unisce le poche spiagge. Un mare che, a causa del forte vento, raramente è piatto e caldo ma è sempre fresco e movimentato da onde che a volte possono diventare minacciose.
Sono tornata ormai da quindici giorni ma ho ancora addosso l’isola: il colore del mare, il vento, l’allegra atmosfera che si vive la sera in paese nelle taverne e le lunghe passeggiate. Riesco a capire e forse invidio un po’, due ragazzi di Ancona che hanno deciso di cambiare vita e alcuni anni fa si sono tra sferiti a Kuofonissi. Qui hanno aperto la Galleria Spigolo, un piccolo negozio dove espogono e vendono opere di artisti greci e gioielli e oggetti fatti da loro. Al loro negozio ho comprato un braccialetto: un cordoncino verde con piccoli pesci in argento. Lo indosso sempre e fino ad ora non sono riuscita ancora a toglierlo.