Karolus è il romanzo di Carlo Magno, un romanzo che ha comportato un lungo lavoro: più di 10 anni di ricerche. Tutto è cominciato con la raccolta e l’analisi di fonti storiche, tante, numerose, vista l’importanza del personaggio.
Nella gestazione del lavoro, lo storico ha poi lasciato il posto al romanziere, il cui compito, ha affermato l’autore in un’intervista, è quello di riempire i vuoti lasciati dalla storia e, pur rimanendo fedele ai fatti e alle date, ricostruire l’epoca interessata con la vita degli uomini, le loro relazioni, le pulsioni e le emozioni che hanno provato.
La scrittura del testo è arrivata dopo il lungo studio impegnativo e il racconto si è trasformato in un viaggio nell’epoca lontana dell’alto medioevo.
Così ci spiega Franco Forte la gestazione di Karolus, il romanzo di Carlo Magno, il suo ultimo libro pubblicato da Mondadori (723 pagg., euro 25). Molto conosciuto nell’ambiente editoriale italiano, Franco Forte ha scritto per Mondadori diversi romanzi storici, molti dei quali sono ambientati nella Roma antica. Da qualche anno è anche editore; la sua casa editrice Delos Digital ha recentemente pubblicato il libro di Elena Salem Storia segreta diAngelica Li recensito su questo sito.
Il Carlo Magno in Karolus è un personaggio ben più complesso da quello che siamo abituati a conoscere nei manuali storici scolastici. Il racconto inizia il 25 dicembre dell’anno 800, il giorno del Santo Natale, al momento dell’incoronazione di Carlo Magno a imperatore del Sacro Romano Impero. Da subito si rileva una terminologia precisa che testimonia il serio lavoro di ricerca storica alla base del racconto.
Una ragnatela di piccole imperfezioni distorceva il riflesso nel grande specchio di bronzo, ma Carlo non se ne curò. La sua figura imponente avrebbe suscitato l’ammirazione della folla grazie soprattutto ai preziosi abiti che indossava. La toga bianca bordata di porpora, nello stile degli antichi imperatori romani, era nascosta in parte da una ricca clamide trattenuta su una spalla da una fibula d’oro dono dell’arcivescovo Teodulfo. I morbidi calzari di feltro, lavorati dalla moglie Liutgarda, erano impreziositi da tibiali di seta che gli fasciavano le gambe fin al ginocchio. Al fianco, come imponeva la tradizione dei Franchi e dei Merovingi, portava una ricca cintura tempestata di gemme preziose, a cui era assicurato un semplice fodero di cuoio con la spada corta ricevuta da suo padre quasi quarant’anni prima, da cui non si separava mai.
E poi via per più di settecento pagine dentro un mondo lontano e affascinantissimo, da quando è adolescente fino alla sua morte.
Ne esce un personaggio eccezionale per vari motivi.
Prima di tutto il fisico. Carlo Magno in Karolus è un uomo molto alto, aveva preso la corporatura della madre Betrada; è anche molto sano, cosa che gli ha permesso di vivere una lunga vita per ben 71 anni, una rarità per l’epoca. Caratterialmente è impetuoso, ma sin da bambino molto attento a quello che succede attorno a sé, sentendo sulle sue spalle fin da subito il peso del ruolo che avrebbe dovuto assumere.
Carlo Magno in Karolus ha un grande interesse per le donne, ha fiducia in loro, si confronta, le rispetta e instaura rapporti alla pari poco convenzionali per l’epoca: ha avuto 5 mogli e tantissime amanti e concubine, alcune di loro appena adolescenti, che gli hanno dato tanti figli. Il fatto allora non era uno scandalo, anzi accoppiarsi al re per una donna giovane era un privilegio.
Sopra tutte, subito dopo la madre c’è lei, l’amata sorella Gisela che gli starà vicino per sempre ed è stata per lui un vero e proprio punto di riferimento.
Gisela era l’unica persona con cui poteva sfogarsi ed essere sempre sincero, permettendo al suo cuore e ai suoi pensieri di esprimersi liberamente; ma era anche la sola a cui voleva bene come a sé stesso, perché era sangue del suo sangue e molto simile a lui.
A lui manca quando i fatti della vita l’allontanano, l’avrebbe voluta sempre vicino perché gli riconosce una mente raffinata e matura.
Ma la sorte delle donne di lignaggio era quella: accasarsi per questioni di potere o nascondersi in qualche abbazia, per non essere d’intralcio.
Ben nota, grazie ad Alessandro Manzoni, è la sua storia con Ermengarda che mette in luce tutta la sua debolezza verso le donne. Ermengarda, figlia del re dei Longobardi, è la donna che è costretto a sposare per motivi politici. Lo fa con l’intenzione di ripudiarla ma rimane comunque spiazzato e confuso perché colpito dalla sua bellezza e dalla sua perfezione.
La ragazza era spaventata e insicura di sé, eppure capace di stimolare i lombi di Carlo come la più sfacciata delle amanti.
Carlo Magno in Karolus è soprattutto un guerriero soldato. Le guerre all’epoca erano all’ordine del giorno e venivano combattute quasi sempre in estate. Lui è sempre presente combattendo in prima persona per ampliare e tenere insieme il suo regno, studiando i precorsi e organizzando le battaglie favorendo anche le più moderne innovazioni tecnologiche.
Carlo Magno in Karolus voleva fare del suo regno un grande impero per questo costruirà ad Aquisgrana una grande corte, una corte talmente ricca e bella da non avere nulla da invidiare alla grandezza di Roma. Ma il suo modo di vedere la vita e concepire il suo ruolo nel mondo non si limita ai territori del suo regno. È consapevole che il mondo è grande e complesso. Per questo intrattiene rapporti diplomatici con gli altri re e con i vari papi che si alternano, considerandosi orgogliosamente l’unico braccio armato della chiesa.
Carlo Magno in Karolus non è un uomo colto ma ha capito che le relazioni e la cultura sono molto importanti. Per questo ha cercato di dare vita ad una lingua per unire i popoli da lui conquistati. Riunendo poi a corte, nella Scuola Palatina, i maggiori studiosi dell’epoca, filosofi, matematici, pensatori, ha realizzato qualcosa di estremamente innovativo per l’epoca.
Carlo Magno in Karolus è sicuramente un uomo nuovo, un visionario, un uomo che ha vissuto la sua vita con energia realizzando gli ambiziosi obiettivi che do volta in volta si propone. Umanizzandolo, raccontando la sua grandezza ma anche le sue debolezze, Franco Forte ci fa capire che grazie a lui geograficamente e politicamente l’idea di mondo come è strutturato oggi probabilmente è nata proprio allora.