Qualche settimana fa ero al mare. Come al solito mi ero portata dei libri da leggere sdraiata sul lettino, sotto l’ombrellone. Ho iniziato con il primo e, dopo poche pagine, mi sono ritrovata a ridere da sola durante la lettura. Non mi capitava da tempo!! Mostravo così tanto divertimento che diverse persone mi hanno chiesto che cosa stessi leggendo. Il libro era I segreti dello zerbino, romanzo di Cecilia Pierami e di Gian Luca Rocco, pubblicato nel settembre del 2020 da Morellini Editore, (228 pagg. 15,90 euro).
Il romanzo racconta la storia di Giorgia De Rossi, una giovane donna che è allo stesso tempo forte e fragile. Forte perché sta portando avanti con impegno e intelligenza la sua carriera accademica. Fragile perché, accecata dall’amore, non riesce a cogliere i segnali di un subdolo tradimento rimanendo così vittima di un inaspettato raggiro lavorativo e una profonda delusione sentimentale.
Giorgia aveva amato Manfredi e certo quando aveva scoperto tutto lo aveva odiato. Poi si era odiata per averlo amato. Si era addolcita quando le era tornato in mente quanto era stata felice. Poi si era inacidita quando si era resa conto che si era solo illusa di essere stata felice. E alla fine come un’onda gigantesca che ti schiaffeggia in pieno volto all’improvviso aveva capito. Lo voleva morto. Okay, morto forse era troppo, ma voleva davvero fargli del male.
Manfredi ha saputo vendersi bene con Giorgia. La fortuna è sempre stata dalla sua parte. È un giovane uomo curato nel fisico, rampollo di buona famiglia, viziato all’estrema potenza e assolutamente concentrato su sé stesso. Nel suo delirio personale è convinto di essere superiore a tutti gli altri poveri mortali verso i quali raramente si mostra falsamente buono.
Capelli neri a taglio perfetto, addominali scolpiti in ore di personal training, mani lunghe con dita affusolate, qualche parola dal vago sapore di amore e saggezza, facevano e avevano fatto con Giorgia il resto.
Il luogo della storia è Gino’s un bar in un quartiere periferico di una grande città – mi piace pensare sia Milano –, poco invitante e dall’arredamento mai cambiato dagli anni ’70. Da Gino’s si possono incontrare personaggi improbabili che, pur vivendo le loro strane vite, mostrano sensibilità ed empatia. A livello narrativo sono importantissimi perché partecipano attivamente e, con tutte le loro peculiari caratteristiche e azioni, tengono attaccati i lettori alle pagine scritte rendendoli parte di una storia leggera, ma non superficiale, e molto divertente.
Da Gino's possiamo incontrare Gianguido De Angelis, un vero commercialistadentro che, dopo un grave incidente e un periodo di coma, fratture e traumacranico, ritorna sia al lavoro in ufficio che al bar da lui sempre frequentato ma si rende conto di essere cambiato e di sentirsi un’altra persona. Ora è senza filtri, non riesce più a trattenersi e rispettare le convenzioni sociali che erano parte integrante della sua vita precedente.
Da Gino’s possiamo incontrare anche Roberto Girotti detto Vasco, così chiamato per la sua smodata passione per le canzoni di Vasco Rossi.
Statura media, magro ma non scheletrico, capello rasato, occhiali con una stecca sempre rotta calati sul naso, lenti spesse a nascondere gli occhi segnati dagli eccessi, uno zaino che non si toglieva mai dalle spalle e che nessuno sapeva cosa contenesse. Felpa e pantaloni d’inverno,canotta e shorts d’estate e, a completare la dotazione, perennemente in mano una lattina di birra da mezzo litro della marca più economica in circolazione.
Vasco conduce la sua esistenza con una profonda convinzione: la sua vita, ora piuttosto misera, sarebbe cambiata in meglio grazie alle canzoni di Vasco Rossi.
La storia, come accennato prima, coglie Giorgia in un momento drammatico della sua vita lavorativa. Dopo aver studiato a lungo per ottenere un assegno di ricerca per far crescere la sua carriera accademica, si rende conto che tutto è andato in fumo perché Manfredi è stato più scaltro, più scorretto e soprattutto è stato appoggiato dai poteri forti; per intenderci quei poteri contro i quali è molto difficile vincere, soprattutto se non appartieni allo stasso mondo. Come vendicarsi quindi di un ex che ti ha “amato” in modo tossico, ti ha umiliato, manipolato e ti ha completamente rovinato il futuro lavorativo?
Giorgia è ferita e arrabbiata, si rifugia da Gino’s e beve degli spritz. È già a conoscenza da tempo del fatto che qui esiste la presenza non rivelata di un misterioso e non convenzionale vendicatore su commissione. È sempre più vicina all’idea di vendetta. Ma i dubbi sono tanti.
Tutta questa sete di vendetta non mi appartiene. Io sono per la pace nel mondo, per la fine delle guerre. Ho anche una bandiera arcobaleno da qualche parte a casa.
Alla fine cede e si affida a qualcuno che potesse fare per lei uno sporco lavoro ma pulito.
Cecilia Pierami e Gian Luca Rocco hanno affermato che la storia nasce dall’osservazione della realtà. All’origine infatti c’è un fatto realmente accaduto. La storia nasce anche dalla considerazione che esistono i sentimenti non buoni e poco positivi e che anche questi fanno parte della nostra vita. E ancora che non subire e vendicarsi a volte può far bene e può aiutare a superare anche i momenti più negativi.
I segreti dello zerbino è infatti la storia di una vendetta. Una vendetta decisa, organizzata nei minimi particolari e solo leggendo si può sapere come effettuata. Una vendetta che permetta di raggiungere un nuovo equilibrio, che faccia sentire meglio.
Perché - leggiamo tra le righe - è inutile raccontarsi delle storie, tutti almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato il desiderio di vendicarsi per un torto subito. E se non abbiamo coraggio di vendicarci e questo impulso non viene attuato, resta solo un desiderio che ci logora e ci fa star male.
Cecilia Pierami e Gian Luca Rocco, giornalisti di esperienza e scrittori, hanno toccato nel racconto temi importanti come l’amore visto nelle sue tante sfaccettature, la famiglia di qualunque natura essa sia, il rapporto di potere tra uomo e donna, la solidarietà che senza alcun dubbio ci rende forti e ci fa stare meglio, i sentimenti che creano legami forti anche se non sempre sono convenzionali. Il linguaggio che hanno usato per scrivere e raccontare è quello della vita di tutti i giorni, fornendoci uno strumento immediato per capire che leggere e scrivere sono strumenti per capire la vita e che la vita a volte può anche essere molto divertente.
Cecilia Pierami e Gian Luca Rocco saranno il 19 ottobre alla Galleria Biffi Arte per parlare della loro scrittura a quattro mani, de I segreti dello zerbino e dei loro progetti futuri.
Alla prossima lettura
Paola