Divorziare con stile è l’intrigante titolo dell’ultimo romanzo di Diego De Silva, scrittore napoletano. Il suo significato lo spiega molto bene l’autore stesso in un’intervista. Secondo Diego De Silva l’unico modo per concludere un divorzio con stile riguarda il possesso del potere. È il momento in cui, durante una disputa legale, ci si trova in una posizione di superiorità rispetto all’altro contendente, si ha la possibilità quindi di esercitare un potere e, nonostante ciò, non si arriva a farlo.
“Divorziare con stile” è un libro divertente e accattivante che si legge tutto di un fiato. È una commedia all’italiana del 2017 raccontata da Vincenzo Malinconico, avvocato napoletano di cinquant’anni. Definito in tante recensioni “avvocato d’insuccesso”. Vincenzo Malinconico è protagonista anche di altri tre romanzi di Diego De Silva:Non avevo capito niente, Mia suocera beve e Sono contrario alle emozioni. Ex marito di una piacente e intelligente psicologa, lavora senza interesse e con distacco; in fondo il suo lavoro è per lui un buon posto da dove può osservare l’umanità, soprattutto quella che si può incontrare nei tribunali. Maliconico non sopporta Pestalocchi, il Giudice di Pace, detto da tutti la merda. Durante le udienze si rivolge agli avvocati in modo insopportabile e cerca sempre di far pesare il ruolo che ricopre diventando così l’obiettivo di scherzi molto pesanti. Il contesto è diverso, lo so, ma la grettezza del personaggio mi ha ricordato Il giudice di Fabrizio de Andrè.
A Malinconico è invece simpatico l’avvocato Benny Lacalamita, erede di un famoso studio legale napoletano, con poco interesse per la professione forense, sincero amico di Malinconico e gran cazzaro. L’ufficio dove lavora è definito da lui un quasi loft perché non ha niente a che vedere con i loft che vanno così di moda nelle grandi città, ma è un locale unico, di 60 metri quadrati, al piano terra, con dei divisori per creare un po’ di privacy. Si trova in una zona semiperiferica e non ha l’aspetto truce e intimidatorio che hanno in genere gli uffici legali ma è tutto arredato con mobili IKEA, mobili che chiama tutti familiarmente per nome con quei tremendi nomi svedesi.
L’ufficio è condiviso con un ragioniere che è anche proprietario del locale: il grottesco Espedito Lenza. I due hanno anche una segretaria, Gloria, parcheggiata lì da un amico che le paga lo stipendio a sua insaputa, per tenerla così impegnata e controllata.
In Divorziare con stile, Vincenzo Malinconico deve occuparsi di una causa di divorzio, un divorzio eccellente. La situazione è sottile: si tratta di un caso di sexting, scambio di foto e messaggi hard col cellulare. È solo uno dei tanti aspetti con cui la tecnologia oggi condiziona e invade le nostre vite. Tante domande sorgono qui spontanee e la giurisprudenza forse è un po’ indietro nel dare le risposte.
Siamo realmente colpevoli con una relazione, anche se sessualmente esplicita, solo telefonica? Un giudice può realmente giudicare una relazione solo virtuale?
Il marito Ugo Maria Storace Tarallo è il marito offeso, un avvocato conosciutissimo in città, molto ricco e molto affermato. In altre parole uno che non ama perdere le cause e per arrivare a questo fine utilizza ogni mezzo. Per Malinconico
l’avvocatone “se la tira come una soubrette, ha sempre l’aria truce di avvocato inflessibile ma diventa un chihuahua quando vede un magistrato nelle vicinanze”.
Anche se sa ben destreggiarsi nelle aule del tribunale, l’opinione della moglie non è migliore. Veronica infatti sostiene che
uno che si rapporta agli altri aspettandosi che gli lecchino il culo è senz’altro un cretino.
Veronica Starace Tarallo, la moglie, è colei che ha portato avanti una relazione extraconiugale utilizzando solo il telefonino, senza alcun contatto fisico. Il marito la incolpa di tradimento e lei, in tribunale, vuole essere rappresentata proprio da lui, Vincenzo Malinconico, forse l’ultimo degli avvocati. Perché? Continua a chiedersi ma non trova mai, se non alla fine, una risposta.
Veronica è una bella donna, elegante e non solo; è anche simpatica, mangia con gusto ed è sfacciata quel tanto che basta. Al suo fascino Malinconico non rimane indifferente. Se la causa di divorzio è una questione di potere, questo passa inaspettatamente da un personaggio all’altro grazie ad imprevisti che difficilmente si riescono a prevedere.
Durante la lettura è bello perdersi nei pensieri di Vincenzo Malinconico, senza uno schema, senza regole, senza chiedersi mai dove si va a finire. Si passa con disinvoltura dall’analisi antropologica del ruolo dell’amante nei blindatissimi matrimoni degli anni cinquanta, alla citazione di canzoni di musica leggera degli anni settanta come Tornerò dei Santo California o Miele del Giardino dei Semplici. Narrando, Divorziare con stile, Diego De Silva è riuscito a raccontare una storia assolutamente attuale, ricca di momenti e scene in cui, ognuno di noi, può riconoscere una parte della propria vita.