Paola della Mariga è pubblicista dal 1987 e ha collaborato con giornali locali e nazionali. Dal 1994 insegna a tempo pieno nella scuola primaria, un lavoro sempre più impegnativo e coinvolgente. Nonostante ciò, grazie anche alla sua passione per la lettura, trova il tempo per scrivere. Ha già pubblicato un romanzo rosa,dove ha approfondito il tema dei sentimenti e delle emozioni, ha scritto copioni teatrali per la scuola e da qualche mese è uscito il suo ultimo romanzo Baby Rosa Gang edito da Scatole parlanti.
La trama nasce dal profondo interesse dell’autrice per la cronaca, soprattutto nera, seguita con occhio attento ai cambiamenti della realtà che ci circonda non solo attraverso la lettura dei giornali ma anche con l’osservazione diretta dei luoghi. Dopo aver seguito corsi su gang e bullismo, l’ultimo con l’esperto Marco Maggi, ha concentrato la sua attenzione sulle ragazze adolescenti che vivono ai margini delle città, cercando di comprendere i cambiamenti del loro modo di rapportarsi socialmente con l’assumere comportamenti che fino a qualche tempo fa erano considerati solo maschili.
Da qui la decisione di ambientare la storia alla periferia di Milano, la realtà su cui volevo concentrarmi più vicina al posto dove vivo.
Ha affermato Paola della Mariga in una recente intervista.
Baby Rosa Gang è ambientato infatti nella periferia milanese, in uno di quei quartieri caratterizzati da anonimi palazzoni che sono luoghi inospitali di emarginazione. Periferia che l’autrice ha studiato attentamente andando personalmente sul posto per respirare le atmosfere e le energie che si sprigionano dal degrado e dallo squallore. Periferia che, per le sue caratteristiche e per le sue ferite, potrebbe essere ai margini di qualsiasi metropoli del mondo occidentale.
Il tema di fondo di questo libro è il disagio che questi luoghi producono nelle persone che li abitano.
Baby Rosa Gang è la storia di amicizia tra quattro ragazze adolescenti che hanno dai 14 ai sedici anni. Al centro ci sono loro, con le famiglie disastrate. Padri assenti, alcolizzati, malavitosi e senza scrupoli. Madri inadeguate, sole e senza forza di intervenire nel modo giusto. I problemi con la scuola, che frequentano poco e dove si comportano male. E poi tutte le brutture con cui sono costrette a convivere, dalla vicinanza alla droga alla abitudine a convivere con le situazioni di violenza.
La loro amicizia è la loro forza di vivere, l’unico modo che hanno per affrontare il mondo che le circonda, mondo dal quale non si sentono accolte. Insieme, nel gruppo pensano di essere più forti, assumono atteggiamenti di sfida e le loro azioni diventano spregiudicate e a volte violente. È nel gruppo che trovano tutto quello che non hanno in famiglia.
La vita è per loro una continua lotta perché sembrano consapevoli di essersi perse qualcosa rispetto ai coetanei del centro città, coetanei che detestano perché più fortunati di loro.
Chi vive nel degrado, e questo pensiero emerge dalla storia del libro, è costretto a contrattaccare per sopravvivere.
Arianna ha 16 anni, è attratta dalle ragazze e assume spesso un comportamento mascolino, ma vive la sua sessualità in modo discreto. Abita in un appartamento assegnato dal comune piccolo ma rumoroso perché in famiglia ci sono spesso e volentieri violente liti a causa del padre alcolista e nullafacente.
Betta, 15 anni, è la più bella delle quattro ed è anche brava a scuola. Si differenzia perché parla in modo forbito rispetto al suo ambiente di riferimento ma come le altre è molto esuberante fino cadere spesso nell’aggressività. Delle quattro è la più carismaticama è anche un po’ anaffettiva. Ma, dal punto di vista familiare è la più fortunata: vive con la madre e un patrigno che l’assecondano in tutto ma lei ricambia spesso con scenate e insulti.
Chicca ha 15 anni, è minuta ed esile. Anche lei è ribelle e irascibile. La sua famiglia è caratterizzata da analfabetismo emozionale cioè dall’assoluta incapacità di assumere comportamenti civili. Il padre infatti è un malvivente al confino. Nonostante sia lontano dai luoghi che conosce e che lo hanno portato a delinquere, l'uomo continua con i suoi loschi traffici coinvolgendo spesso e volentieri anche la figlia.
Rosaria è la più giovane, non ha ancora compiuto 15 anni. Il suo problema principale è l’aspetto fisico. È molto grassa, al limite dell’obesità, ed è trasandata nell’aspetto. Lei e la madre sono seguite dall’assistente sociale.
Nelle varie interviste che ha rilasciato, Paola della Mariga ha dichiarato che è proprio Rosaria il personaggio a cui si sente più legata perché è la più fragile e ha tutte le caratteristiche per essere una reale potenziale vittima e diventare oggetto di bullismo.
Arianna, Betta, Chicca e Rosaria vivono per la strada e si incontrano tutti i giorni sulla stessa panchina che è il loro luogo, il luogo dove si sentono protette e al sicuro. Qui decidono cosa fare e dove andare compiendo azioni fisiche e violente. Non sono particolarmente affascinate dalla tecnologia o dai telefonini, la loro comunicazione è diretta perché passano molte ore insieme.
Attorno a loro personaggi secondari ma utili al fine della narrazione e pensati per costruire e arricchire l’ambiente.
Vinicio ragazzo tossico dipendente, eroinomane, viene da una famiglia ricca milanese e il caso vuole che conosca una delle ragazze. Nonostante le origini benestanti, la sua esistenza è senza dubbio più disastrata di quella delle ragazze protagoniste.
L’assistente sociale, che svolge il suo lavoro con coscienza ma è molto provata della situazione con cui è costretta a relazionarsi. Comunque si impegna e ce la mette tutta.
Il Sindaco che in campagna elettorale promette, per essere rieletto, cambiamenti e miglioramenti che non farà mai perché in realtà ha in mente di tutto meno il bene del luogo e delle persone che lo abitano. La sua visione della vita è ben lontana dalla realtà che ha sotto i suoi occhi.
Il parroco, figura che potrebbe essere importante e un punto di riferimento ma anche lui è un debole e non è in grado di aiutare i ragazzi.
E infine c’è Mister Bosh, un piccolo spacciatore locale senza scrupoli, che è un losco figuro che le rifornisce di sostanze illegali e le metterà anche in una situazione piuttosto scomoda.
Il libro si conclude dopo un fatto drammatico ma lascia a chi legge la speranza che le ragazze possano aver capito qualcosa del mondo e che magari in un futuro qualcosa per loro possa cambiare.
Leggendo veniamo in contatto con un grave problema della nostra società, un problema talmente complesso che, ha affermato Paola della Mariga, solo una collaborazione tra famiglie scuole e istituzioni può portare a qualche miglioramento.
Alla prossima lettura
Paola